Inanna: mitologia sumera

di Emanuela A. Imineo

Editore: O.D.E. Edizioni

Data di Pubblicazione: ottobre 2022

ISBN: 9791281052154

Pagine: 216

Formato: ebook/brossura

Inanna è la più importante dea sumera dell’antica civiltà mesopotamica.

Personificazione della multiformità, riunisce in sé caratteristiche opposte: dea della fertilità, dea dell’amore, della sessualità, ma anche della guerra e della resurrezione; distruttrice ma al contempo portatrice di civiltà.

Forse una delle figure mitologiche che meglio rappresentano le sfaccettature della femminilità.

Così ce la presenta Enḫeduanna, la sacerdotessa e poetessa accadica, che con i suoi inni dedicati alla dea segna un primato: sono la prima testimonianza nella storia dell’uso della scrittura non per esigenze amministrative o contabili, bensì per fare poesia ed esprimere sentimenti. SBEM!

Ma Inanna (che già così ha conquistato i nostri cuori) ha anche un altro primato. È tra le prime (se non la prima) figure mitologiche ad affrontare la discesa negli inferi.

Prima che la strada per l’oltretomba diventasse più trafficata della A1, con le mitiche Catabasi di Eracle, Orfeo, Teseo ed Enea, è proprio un poema sumerico del secondo millennio avanti Cristo a raccontarci la discesa di Inanna nel Kurnugi , il “paese del non ritorno”.

E da questo mito che Emanuela Imineo trae spunto per il suo romanzo, fornendo una sua versione della saga sumerica.

Perché la dea scende negli inferi? Inanna vuole recuperare sua sorella Ereshkigal “la dea oscura”, “signora del gran luogo inferiore”. Un tempo anche lei era una dea legata al raccolto e all’abbondanza, ma – per motivi che vi lasciamo scoprire leggendo il romanzo – finisce relegata nel Kur.

Ora Ereshkigal è una dea distruttiva, espressione della rabbia primordiale e degli istinti incontrollabili che cercano di sopraffare l’Io. E potete immaginare che accoglienza potrà riservare alla sorella.

Narrato con un registro che richiama quello delle saghe e dell’epos, il romanzo guida il lettore nella progressiva discesa nel regno dei morti, fra atroci supplizi inflitti alle anime e crudeli guardiani pronti a tormentare queste ultime.

Ma non si tratta di una storia splatterpunk, che sfrutta l’inferno per solleticare gli istinti sadici con truculente descrizioni.

L’autrice, in questa rivisitazione, coglie il significato più profondo del mito della dea.

Una prima lettura porta a leggere la discesa agli inferi e l’incontro-scontro fra le due divinità sorelle come una raffigurazione del ciclo della vegetazione e del raccolto.

Ma il viaggio di Inanna può essere letto in chiave psicanalitica, in cui la dea – attraverso dolori e tormenti – giunge a confrontarsi con il proprio lato oscuro (la sorella Ereshkigal).

Quindi tutto quel Grand Guignol sumerico di anime stritolate dalle proprie lingue, incatenate e seviziate, nonché i supplizi che Inanna stessa è costretta a subire, non sono fini a se stessi. Rappresentano il dolore che ognuno deve affrontare ed accettare nel proprio inconscio, per poi rinascere.

Un viaggio dell’eroe (anzi dell’eroina) davvero sui generis, in cui la protagonista non avanza affermando la propria superiorità, bensì attraverso il compimento di un sacrificio. Inanna non deve affrontare nel suo percorso prove di forza o astuzia, ma è costretta a donare progressivamente parti di sé, per aprire le porte dell’oltretomba.

Ci siamo avvicinati a questo romanzo con un forte curiosità, nata dal fascino esercitato dalla mitologia e incuriositi da una saga narrata oltre quattromila anni fa e che conoscevamo poco. Ne siamo usciti pieni di interesse e voglia di approfondire la figura di Inanna (e lo “spiegone” iniziale lo testimonia. Daje!) e con una strana sensazione di “catarsi”: è come se avessimo compiuto anche noi la discesa nel Kurnugi, accompagnati dall’autrice.

 

  • Perché leggerlo: un romanzo senz’altro originale e soprattutto coraggioso: l’autrice, oltre a cimentarsi con un’epica millenaria, non ha ceduto alla tentazione di una narrazione di puro intrattenimento horror o dark fantasy; ciò senza sacrificare però la piacevolezza della lettura.
  • Perché non leggerlo: non aspettatevi eroi ed eroine che si fanno strada nei gironi a colpi di spada e raggi cosmici.