Necronomicon Gamebook – Dagon

Storia: Valentino Sergi

Illustrazioni: Alberto Dal Lago e Jacopo Schiavo

Adattato dai racconti di Howard P. Lovecraft

Editore:  Officina Meningi

64 pagine

90 sezioni a bivi – 7 finali

Formato: brossura

 

 

 

Finalmente, dopo averlo avuto sulla pila di libri da leggere e averlo ripetutamente rimirato sospirando, abbiamo letto-giocato questo bel volumetto di Valentino Sergi, pubblicato dalla operosa e instancabile Officina Meningi.

Dobbiamo dire che è stato anche un piacere solo guardarlo. Non siamo impazziti, né feticisti estremi della carta stampata. Semplicemente, la copertina di Alberto Dal Lago è una bomba! Coglie tutto il climax di follia e terrore che sta dietro il celebre racconto del buon vecchio HPL. Ora se dite “Dagon”, noi visualizziamo quella (Daje Alberto! Magari ci fai una balena 😁).

Ora torniamo al volume.

Come facilmente intuibile dal titolo, se non siete già preda di follie e deliri lovecraftiani, è un librogame che consente di vivere in prima persona terribili avventure ispirate ai racconti di H. P. Lovecraft.

E’ un libro game, perché oltre a leggerlo come un libro, dovrete “giocarlo”. Attraverso un sistema di scelte, bivi e combattimenti, l’avventura prosegue in modo differente. Anche le sue conclusioni sono diverse. Alcune davvero tragiche e degne di HPL (ne abbiamo provata qualcuna 😖).

Quanto all’ispirazione lovecraftiana, il volumetto offre l’intrigante possibilità di muoversi all’interno degli scenari di alcuni tra i più famosi e apprezzati racconti del ciclo di Cthulhu. Sentirete gli ululati (e solo quello se siete fortunati) della belva di “The hound”, festeggerete il Natale nella Kingsport di “The festival” (ma troverete ben altro rispetto a presepe e albero). Se siete fortunati (o sfortunati, dipende dai punti di vista) incontrerete l’antico essere protagonista di “Dagon”.  E viaggerete nelle “Terre del Sogno” ispirate a “The Dream-Quest of Unknown Kadath”. E poi c’è l’opportunità di scegliere di se sfogliare o meno il Necronomicon!

Siete ancora lì ?  Se non siete già corsi ad acchiappare il libro, proseguiamo.

Passiamo alla dinamica di gioco. E’ semplice e molto intuitiva. Anche se non siete avezzi al mondo dei gamebook, basta davvero pochissimo per capire come funziona. A chi ha a casa tutta la collezione di “Lupo Solitario”, diciamo che lo stile di gioco è ispirato molto agli autori dei classici librigame. Joe Dever per primo.

Tiri di dado, fogli di combattimento, oggetti da raccogliere e schede personaggio agili da compilare e aggiornare. E questo ci ha dato un brivido di emozione.

Però, come Officina Meningi ci ha abituato, c’è sempre la genialata che rende originale e intrigante giocare. Ci sono paragrafi segreti, accessibili solo se si è in possesso di determinati oggetti e la possibilità di fuggire o evitare scontri, determinando così differenti ramificazioni dell’avventura e della sua conclusione.

C’è poi la “Follia”, che è un attributo (un Malus) da gestire per tutta l’avventura. Gli incontri che farete e le  vostre stesse scelte, vi faranno imbattere nei famosi orrori indicibili e indescrivibili usciti dalla penna del Maestro di Providence. Beh, il libro è dotato di un interessante sistema che consente di misurare il livello di sanità mentale del personaggio. Partiamo da “equilibrato” e, in una scala di cinque stadi, arriviamo a “delirio”. Con conseguenze dirette sul comportamento del protagonista all’interno della storia.

E poi c’è la genialata della Terra dei Sogni! Il personaggio può (o a volte deve) dormire per recuperare le forze. Peccato che siamo nel mondo di Lovecraft, dove i sogni spesso sono incubi e deliri. Ebbene, se vi troverete a dormire, varcherete (accedendo ad un’apposita sezione del libro) il confine del mondo reale per accedere alle  Dreamlands: a seconda del sogno che farete, vi risveglierete riposati, impazziti o … non vi sveglierete. Un plauso a Valentino per il terrificante “condensato onirico” che è stato capace di realizzare.

Come in ogni librogame che si rispetti, i paragrafi sono arricchiti da illustrazioni. Ci riferiamo alle tavole a tutta pagina di Alberto Dal Lago ed ai disegni di Jacopo Schiavo, che abbelliscono (anzi rendono terrificanti) i paragrafi. Dobbiamo dire che, oltre all’indiscutibile pregio del tratto dei due autori, le immagini colgono appieno l’atmosfera lovecraftiana dell’avventura, aiutando il lettore ad immergersi al suo interno (Daje).

Da ultimo, Officina Meningi offre un’esperienza ibrida al lettore. Oltre al volume cartaceo esiste anche l’ebook. C’è anche un’apposita soundtrack.

  • Perché leggerlo: un agile volumetto che offre una altrettanto agile e intrigante avventura; se amate HPL, correte a giocare. Se non lo conoscete, è un’occasione per vivere i suoi incubi secondo una prospettiva nuova.
  • Perché non leggerlo: non ci sono incantesimi da recitare e forse sarebbe stato bello “smanettare” di più col Necronomicon.