Il Male. Racconti francesi dell’orrore

a cura di: Giacomo Melloni

illustrazioni: Elizabeta Keci

Editore:  black dog

Data di Pubblicazione: marzo 2023

EAN: 9791280168337

 Pagine: 272

Formato: brossura

Quando si parla di racconti fantastici e del terrore, la nostra mente inizia a volare, valicando le alpi, attraversando la Manica, per planare tra le nebbie inglesi e sorvolare le torri infestate dei castelli scozzesi.

Questa antologia è l’occasione per valicare le alpi e fare una tappa in Francia, patria di non poche abili ed erudite penne.  Come diceva Lovecraft, la Francia  “has been active in the realm of weirdness”.

L’antologia è una selezione (curata da Giacomo Melloni) di autori noti e altri meno noti:

  • Marcel Schwob
  • Lucien-Victor Meunier
  • Henri de Régnier
  • Henri Conti
  • Gustave d’Ombrone
  • Guy de Maupassant
  • Jean Lorrain
  • Catulle Mendès
  • Gaston Danville
  • Louis-Numa Baragnon
  • Georges Rodenbach
  • Francis Melvil
  • Joséphin Péladan
  • Robert Scheffer
  • Villiers de l’Isle-Adam

Non possiamo certo parlare di tutti Ve ne citeremo alcuni, per darvi un’idea del contenuto del volume.

Maupassant è presente con quattro racconti. Ne citiamo due. “La notte”, che è più che una storia, contiene una vicenda tutta interiore del protagonista. Viviamo i cambiamenti degli stati d’animo del protagonista, mentre passeggia per la Parigi notturna, “dipinta” con la maestria che solo l’autore di “Bel Ami” può sfoggiare. Un viaggio anche mentale, dall’eccitazione per gli splendidi paesaggi cittadini illuminati, fino all’incubo delle strade immerse nel buio. Menzione speciale merita una versione poco nota del classico “L’Horla”. Si tratta della seconda stesura del racconto, che narra in terza persona (e non sotto forma di diario, come nella versione più nota) la discesa verso la follia di un individuo ossessionato da una creatura.

Marcel Schwob, ne “Le imbalsamatrici” ci porta nell’incubo e nel delirio che vivranno due fratelli in viaggio in Libia, dopo essersi fermati presso un villaggio. Un’ottima occasione per assaggiare lo stile evocativo, pieno di rimandi e suggestioni, di uno dei massimi esponenti del simbolismo. Noi ancora abbiamo i brividi.

Altro autore appartenente al movimento simbolista è Henri de Régnier, di cui leggiamo “Il racconto della donna dei sette specchi”. Una visionaria versione della Bella addormentata nel bosco, con tanto di centauri e altri esseri mitologici.

Henri de Régnier è presente con “La Casa Infestata”: non aspettatevi il classico racconto di fantasmi; per tutta la storia vi domanderete che cosa quell’indistinto un “qualcosa” che infesta la casa.

Tratto dai noti Contes cruels, “Vera” di Villiers de L’Isle-Adam ci porta in un’atmosfera in cui la realtà e l’immaginazione si confondono nella mente del protagonista che non accetta la morte della propria amata.

Il resto scopritelo da voi. Troverete l’orrore e il male in tutte le sue variegate forme. Un fil rouge però lega tutte queste opere: la follia e l’angoscia in tutte le sue manifestazioni. Potremmo parlare di un orrore ed un fantastico “interiori”, in cui l’elemento weird non è tanto in ciò che accade all’esterno, ma in ciò che avviene nell’animo dei protagonisti: ossessioni, paure, disperazione, smarrimento e fantasie sessuali degenerate, sono i veri orrori contenuti in questi racconti.

Passiamo ora alle illustrazioni. Siamo rimasti letteralmente folgorati da Elizabeta Keci.

Un tratto moderno e sperimentale, che però richiama il passato e si sposa perfettamente con il contenuto dell’antologia.

E si sposa perfettamente con gli orrori interiori narrati nei diversi racconti. Come un Renoire che si è letto il Necronimicon (magari ad alta voce) per poi prendere il pennello in mano, la Keci ha saputo cogliere le atmosfere retrò dei racconti, visualizzando l’angoscia, lo smarrimento e la follia dei protagonisti.

  • Perché sì: un’imperdibile selezione di racconti, che dipingono il male, al pari dei connazionali degli impressionisti; alcuni sono delle vere perle (ce li siamo letti più di una volta)
  • Perchè no: tu che hai appena chiuso l’ultima saga urban fantasy, o hai appena acquistato il romanzo da mille pagine di un epigono di Stephen King; si proprio tu, maratoneta della lettura, stai attento; hai difronte racconti con un linguaggio spesso ricercato e ampolloso e che andrebbero gustati a piccole dosi, come un bicchiere di cognac.