La canzone del drago

di: Monica Serra

Editore:  Dark Zone

Data di Pubblicazione: gennaio 2020

ISBN-13: 9791280077219

Pagine: 322

Formato: brossura

 

Ecco a voi un fantasy classico! 

C’è la magia, una quest che coinvolge giovani eroi, c’è un’arma magica perduta e c’è pure uno stregone malvagio. E poi c’è il drago, ovviamente.

La storia è ambientata a Terra Maris, dove un tempo vivevano i draghi, poi sterminati dall’uomo. Una profezia narra che ne rimase vivo solo uno, il più potente. Con il suo cuore, venne forgiata una potentissima spada magica, poi smembrata in tre parti. La lama, il fodero e la gemma (che era incastonata nell’arma) furono affidate ciascuna ad un guardiano.

Qualcuno vuole riunire i pezzi per brama di potere.

I protagonisti della storia, ognuno a suo modo legato ad una delle parti dell’arma, si trovano ad affrontare un’avventura. Ognuno di loro intraprende un viaggio, seguendo il proprio destino. C’è chi vuole l’arma e chi invece vuole impedire che questa venga usata. Alla fine, tutti incroceranno le loro strade.

Monica Serra tesse una storia piena di personaggi e ambientazioni, portando il lettore in un mondo ben costruito e affascinante.

Una bella storia di stampo classico, narrata con uno stile fresco e fluido, che mescola avventura e viaggio di formazione.

Degno di nota il perfetto equilibrio fra tutti i protagonisti e il loro ruolo nella trama, narrata dal punto di vista di ognuno.

Punto di forza è anche lo studio dell’ambientazione. Non ci troviamo certamente di fronte ad un worldbuilding “spinto”, dove sappiamo anche quante mattonelle ci sono nella cucina del mago. Tuttavia, quando abbiamo viaggiato insieme ai personaggi, lungo lo svolgimento della trama, ci siamo mossi attraverso un mondo ben costruito.

E poi, località come “Bella Isola”, “Roccantica”, Castelvetro, “Passo Innevato”, hanno un sapore classico che ci riporta alle storiche letture fantasy che tutti abbiamo sugli scaffali.

Ma oltre questa classicità, non significa che l’opera di Monica Serra non sia originale e moderno.

Anzitutto, sottolineiamo la coraggiosa scelta di introdurre il classicissimo drago come una presenza che aleggia e “canta” ai nostri protagonisti.

Altra caratteristica importante, che secondo noi denota la modernità del romanzo, sta nel fatto che alla fine nono esiste nessuna divisione manichea tra buoni e cattivi. In fin dei conti, ogni personaggio (drago compreso) ha la propria motivazione e il proprio trascorso che lo spingono nelle proprie azioni.

Chiudiamo con un applauso ad Antonello Venditti per la cover. Un’opera d’arte davvero epica!

 

  • Perché sì: un’ottima occasione per riassaporare il fantasy classico, narrato con originalità.
  • Perché no: ci sarebbe piaciuto avere una mappa per seguire gli eroi.