Fisto il barbaro

di Fabio Larcher

Collana: Kraken Edizioni  

Data di Pubblicazione: novembre 2021

ISBN: 979-8766104988

Pagine: 136

Formato: rilegato/brossura

 

 

 

No, non siamo impazziti. Puristi e integralisti del fantasy aspettate a stracciarvi le vesti, urlando al sacrilegio. Quanto scritto nel titolo è stata la prima cosa che ci è venuta in mente non appena chiuso questo romanzo breve. Sentivamo ancora l’odore della nebbiolina dei paesaggi di provincia splendidamente tracciati dall’autore e, fissando la variopinta copertina, ci siamo detti “Sì, è proprio così: Tolkien e Guareschi!

Ora che vi siete calmati e abbiamo la vostra attenzione, andiamo per ordine e iniziamo come ogni microrecensione dovrebbe iniziare. Chi è Fisto? Di che parla il libro?

Quanto al personaggio che dà il tiolo al romanzo, diciamo subito che non è un compagno di avventura de He-man. Però gli somiglia. Possente, forzuto, con la barba rossa e dalle maniere rudi ma sincere. E’ un “barbaro”, appunto. Ma un barbaro che non è un barbaro, ma in realtà lo è. Come ci spiega l’autore, “dipende dalla prospettiva”. L’idea di fondo del volume è proprio quella di “aver preso ‘alla lettera’ quelle che si chiamano metafore e di averle trapiantate di peso in un contesto assolutamente ‘verista’, anti-mitico”. Se volete altri dettagli, vi rinviamo alla sagace prefazione del libro.

Per quanto riguarda la trama, come al solito lasciamo a voi scoprire e gustarvi appieno il libro e vi diamo un paio di flash che speriamo vi possano orientare nella scelta.

Attraverso gli occhi del “Mago Fabio”, io narrante e compagno di avventure di Fisto, seguiamo il nostro barbaro in una vera e propria quest con tanto di mostri da affrontare, spade leggendarie e incontri di svariati personaggi magici e mitici (maghe, elfi, amazzoni, …). Il tutto ambientato nella provincia di Brescia (di Castel Mella in particolare).

Ed è proprio questo ambiente, fatto di paesaggi e personaggi, che ci ha richiamato alla mente il “Mondo piccolo” di Guareschi, pieno di umanità, gente semplice e tipi strambi. Un mondo dove anche i “cattivi” alla fine risultano amabili. Ma come in Guareschi anche qui, dietro le situazioni tragicomiche e le note surrealiste, c’è del realismo e una certa malinconia che ci riporta direttamente ai tempi che stiamo vivendo.

  • Perché leggerlo: Larcher si destreggia in uno splendido esercizio di stile in cui la quotidianità di provincia viene “vestita” dai toni fiabeschi. Il fatato di Tolkien viene abilmente mescolato con la fiaba di Guareschi. Dietro i toni scanzonati e surreali, emerge una profonda conoscenza della letteratura di genere.
  • Perché non leggerlo: proprio questo dichiarato esercizio di stile, con i suoi toni surreali e la narrazione volutamente (ma ricercatamente) semplice, potrebbero non incontrare spiazzare qualche lettore.