DAMPYR

Anno     2022

Genere fantastico, azione, orrore

Regia: Riccardo Chemello

Tratto dal fumetto di  Mauro Boselli e Maurizio Colombo

Sceneggiatura: Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo

Produttore: Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti

Casa di produzione: Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, Brandon Box

 

 

Usciamo dalla metro A carichi di emozione e aspettative.

SBEM! All’ingresso del Cinema Barberini campeggia la locandina del film. Wade Briggs (Harlan), Stuart Martin (Kurjak) e Frida Gustavsson (Tesla) ci guardano dall’alto.

Nel cinema ci accolgono col sorriso per l’accredito. Professionalità, ma soprattutto umanità. E ci rilassiamo: ci sentiamo a casa.

Ci invitano a prendere un caffè e rischiamo la tragedia: un cornetto ci esplode praticamente in mano, nemmeno fosse la testa di un non morto colpita da Kurjak. Dopo esserci ricomposti iniziamo a gironzolare in attesa.

Ecco che arriva Mauro Uzzeo, qui in veste di sceneggiatore del film e sempre portatore di solarità ed energia. Ci vede e ci dà la mano con un bel “Daje Bokonisti!”. Rispondiamo commossi  “Daje Mauro !”.

Un bel “Daje” all’inseparabile Giovanni Masi, anche lui sceneggiatore insieme Alberto Ostini e al mitologico Mauro Boselli, e poi entriamo in sala per la proiezione.

Una casa spettrale nella notte. Urla di donna. Una partoriente circondata da tre “streghe”. Un Cavaliere carico di oscurità cavalca verso la casa ma non riesce ad avvicinarsi.

La donna Partorisce e spira. È Nato un Dampyr: il figlio del diavolo.

Stacco. Balcani, anni Novanta. Splendidi paesaggi erbosi ma con villaggi devastati dalla guerra.

Un manipolo di soldati comandato da Kurjak è in perlustrazione fra le case. Il comandante ha lo sguardo torvo (Daje Stuart Martin!) sia per lo spettacolo di morte che lo circonda, sia per personali tragedie passate.

Notte buia e piena di nebbia. Una ragazza vaga da sola chiedendo aiuto e attira l’attenzione di due soldati. Peccato che non appena si avvicinano si trovano davanti una sensualissima e letale predatrice di nome Tesla che li accoppa (Daje Frida Gustavsson!) .

Poi arriva un giovane Harlan sempre alticcio, che si spaccia per essere un cacciatore di vampiri, ma è un ciarlatano. Con il suo compare Yuri raggira gli abitanti dei villaggi per racimolare cibo e alcol. E via scene folcloristiche con una piccola spruzzata di humor che spezza i toni horror (Wade Briggs ci sa fare!).

Così un grande Riccardo Chemello ci presenta il trio di protagonisti di Dampyr. Un grande, perché ha saputo ricreare quel magico mix di “Dracula di Coppola”, “Black Hawk Down” e “A-Team” che Mauro Boselli e Maurizio Colombo hanno infuso nelle pagine in bianco nero degli albi a fumetti.

Il resto della storia la conoscerete andando a vedere il film. Qua buttiamo giù qualche riga: impressioni a caldo. Impressioni di chi da vent’anni legge Dampyr e ne aspetta con gioia l’uscita mensile in edicola. Impressioni di chi ama i fumetti e il cinema.  Lasciamo agli esperti le critiche tecniche.

Commozione e pelle d’oca. Questa è la sintesi di quello che abbiamo provato durante la proiezione.  

Da lettori affezionati, non nascondiamo l’emozione di dare una voce ad Harlan, Kurjak e Tesla; così come quella di scoprire come si muovono nel “mondo reale”. Impagabile. Daje!

Da spettatori, dobbiamo dire che, come le cose targate Bonelli, il film è carico di emozioni. La “grammatica Bonelli”, per dirla rubando l’espressione a Michele Masiero (Daje Michele!) è questa: storie di fantasia ma con persone ed emozioni vere.

Nessun tentativo di scimmiottare altri cinematic universe stranieri. È questo secondo noi ha vinto!

  • Perché leggerlo: se leggi Dampyr devi incontrare dal vivo Harlan, Tesla e Kurjak; se non lo leggi, hai due ore di azione, avventura e sentimenti.
  • Perché non leggerlo: te l’abbiamo detto; non è un cinecomics. se sei in cerca di questo, ci sono tanti splendidi film in giro.