Il pescecane

di: Andrea Quattrocchi

Editore:  Agenzia Alcatraz

Data di Pubblicazione: maggio 2022

ISBN: 9788885772427

Pagine: 142

Formato: brossura 

 

 

 

 

Come avrete intuito dal tiolo dell’articolo, il romanzo di Andrea Quattrocchi è sostanzialmente un monologo.

A parlare per tutte e centoquaranta pagine è, infatti, solo il narratore.

Di monologhi la letteratura è piena e questa non è la sede per elencarli. La particolarità e, aggiungiamo a nostro avviso, l’originalità, di quello contenuto in questo romanzo sta nella modalità in cui si svolge.

Il nostro protagonista si confessa in una diretta facebook. Sbem!

Siamo nel Ventunesimo secolo, dove la tecnologia consente nuove e modalità di comunicazione, e siamo in piena era dei social. Va da sé che oggi, se qualcuno ha qualcosa da dire ad un pubblico, lo fa in un live streaming. 

Debellis, questo è il nome del narratore, vive a Milano, ha invidiabile carriera da bancario ed è stimato da colleghi e amici. È anche un punto di riferimento per la sua comunità parrocchiale. Insomma, un uomo modello.

Peccato che ha un segreto mai confessato. Qualcosa che ha commesso trent’anni prima in Sicilia, a Pietrarossa, suo paese natale.

Dopo tanti anni, forse a causa della scomparsa del padre, scatta qualcosa che lo spinge a vuotare il sacco.  Apre la diga della propria coscienza e inonda i social (e il lettore) con un flusso di pensieri, ricordi, rancori, fissazioni e considerazioni varie. 

Immaginatela come un “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij in live-streaming.

La vita di provincia in Sicilia, il rapporto con la famiglia, gli amici e la rapina alla villa di una ricca famiglia del posto.

Capitolo dopo capitolo il lettore ricostruirà il quadro completo della vicenda e soprattutto del protagonista. Un puzzle che si compone mettendo assieme frammenti di pensieri, storie e ricordi che Debellis condivide col suo pubblico social.

 

  • Perché sì: una prosa scorrevole e colloquiale, frutto di un attento lavoro di studio e sperimentazione, coinvolge e sconvolge il lettore, calandolo nella mente del protagonista
  • Perché no: non troverete una storia lineare e rassicurante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pescecane

di: Andrea Quattrocchi

Editore: Inspired Digital Publishing

Data di Pubblicazione: maggio 2015

EAN: 9788894002157

Pagine: 98

Formato: ebook

 

 

 

 

 

 

Per l’ennesima volta Skinner mi scuce una birra. Stavamo parlando della nuova fantascienza italiana e di come i generi col passare del tempo perdano parte della loro definizione andando verso la fusione. Tra i vari nomi che tocchiamo inizia a dipingermi i mondi costruiti da Fabio Carta. Mi parla di guerre galattiche e robottoni alla Gundam, di piloti connessi con altri piloti che vengono temporaneamente espropriati del proprio corpo e io comincio ad andare in deliquio.

Poi un giorno ho il piacere di incontrare online l’autore e gli salto addosso virtualmente come un face hugger andando su sua indicazione a leggermi Arma Infero, primo libro del suo primo ciclo.

La scena si apre su Muareb, pianeta lontano, remoto figlio di una Terra futura, panorama post apocalittico tossico, nelle ceneri radioattive ci sono degli straccioni in pellegrinaggio che si riuniscono in un luogo dove possono aspirare a qualcosa di strano, una sorta di adesione ad una coscienza collettiva.

Karan è un uomo, un vecchio viandante, forse un monaco, sicuramente un saggio che si aggrega, esausto, ai supplici. Improvvisamente in mezzo alla congrega si rivela e si presenta come testimone della venuta passata di Lakon, il Tiranno Martire che concede questa grazia a cui tutti aspirano e inizia tra lo stupore generale a raccontare una storia epica e gloriosa fatta di guerra ed atti di coraggio.

Fabio Carta apre quello che si rivela una vera e propria saga nel senso di mondo esteso e coerente che fa subito pensare alle opere di grande respiro: Il ciclo arturiano, Conan, il Signore degli anelli, Il ciclo dei robot.

Questo è importante perché quando inizi a leggere devi allacciare le cinture e tenere a portata di mano le provviste: c’è da camminare.

Ha uno stile che è ricco e molto letterario, con parole perfette e seducenti ti dipinge attorno con vividezza scenari di forza e dinamicità straordinaria. Un vero mago se pensi che nulla di quello che ti sta mostrando può attingere alla tua esperienza.

Un grande “Daje!” va alla sua capacità di raccontare tutta la parte tecnologica non facile da esprimere a parole ma che diventa subito chiara e inequivocabile grazie ad una proprietà linguistica unica al servizio di una descrizione di oggetti fantastici e affascinanti ma sempre narrativamente fondamentali.

Gli eventi seguono le dinamiche della corsa al potere tecnologico, anche perduto. Non mancano la politica e la religione, quest’ultima intesa come credo nato dopo la decadenza di un passato glorioso e perduto.

Fazioni in guerra, messia alieni precipitati dal cielo, atti di eroismo rocamboleschi, valore, onore e mezzi di trasporto da brivido.

E poi c’é il Nexus. Col Nexus si apre un orizzonte che cambia le proporzioni della scena. Non dico altro. Da Warhammer al cyberpunk a Guerre stellari ai cavalieri della tavola rotonda. Una fantasia infinita, una resa da fuoriclasse, asciutto e senza fronzoli.

 

  • Perché sì: una voce molto forte e chiara della fantascienza che guarda all’epica cercando un linguaggio nobile che non appesantisca, rendendo importante anche a livello culturale il momento della lettura. Questo non lo sanno fare tutti.
  • Perché no:  se non hai il fiato per le saghe ti potresti spaventare ma se sei curioso di una fantascienza come la torta dal gusto deciso e ricca di strati con Fabio Carta potresti cambiare idea